IPOACUSIA

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Ipoacusia: Cos’è?

L’ipoacusia (o calo dell’udito) è una diminuzione delle capacità uditive che riconosce cause diverse, come il progredire dell’età, gli stili di vita errati, il lavoro in ambienti rumorosi e le patologie che interessano l’orecchio. Ad esclusione dei casi di sordità improvvisa o traumatica, l’ipoacusia evolve in maniera lenta e progressiva, talvolta fino all’incapacità di sentire un suono in una o entrambe le orecchie. L’ipoacusia è una problematica più diffusa di quanto si potrebbe pensare: ad esserne colpite con maggior frequenza sono le persone oltre i 55 anni di età. Anche le strutture dell’orecchio vanno incontro, infatti, ad un fisiologico invecchiamento e, con il passare degli anni, tendono a non funzionare più con la stessa precisione ed efficienza. Sottovalutare il calo dell’udito è un errore, poiché, se non trattato, condiziona la qualità della vita: l’ipoacusia è correlata ad una maggiore tendenza all’isolamento, alla solitudine e alla depressione. Stress e affaticamento possono inoltre contribuire ad accelerare il declino cognitivo. «-  – un corretto approccio terapeutico consente di ridurre gli effetti negativi, anatomici e funzionali».

Impatto dell’Ipoacusia sulla Quotidianità

L’udito è un senso fondamentale che non serve solo per ascoltare chi ci è di fronte. Sentire significa avere a disposizione un importante strumento d’interazione con l’ambiente che ci circonda e le altre persone, in ogni momento della giornata. Può sembrare banale, ma l’udito consente di ascoltare la propria musica preferita, vedere un buon film alla TV, dialogare con amici e parenti, parlare al telefono, fare la spesa ecc. Un udito sano permette, quindi, di percepire tutti i suoni che possiamo incontrare nella vita quotidiana e di immergerci in qualsiasi attività si abbia desiderio di esplorare. Queste esperienze apparentemente scontate non lo sono per chi ha problemi di udito: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ipoacusia interessa circa 500 milioni di persone al Mondo e oltre 7 milioni di italiani con un’incidenza del 12%. Queste cifre verosimilmente sottostimano il dato reale dal momento che, secondo una ricerca Censis, soltanto un italiano su tre ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi cinque anni.

Nonostante queste statistiche, infatti, trascorrono mediamente 7 anni prima che una persona si attivi per cercare una soluzione: un adulto su due tra gli over 55 che soffrono di calo uditivo tende a non affrontare il problema o a sottovalutare il problema.

I motivi sono tanti: alcune persone sono convinte che il problema passerà da solo (50%), mentre il 47% ritiene che non sentirci bene, a una certa età, sia normale. Inoltre, c’è chi è convinto che gli apparecchi acustici non servano a un granché (27%). In realtà, la ricerca scientifica smentisce in modo netto questa serie di affermazioni.

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Possibili Conseguenze dell’Ipoacusia

A qualunque grado d’intensità, nell’istante in cui si manifesta, l’ipoacusia ha un rilevante impatto sulla qualità della vita. Uno studio pubblicato di recente sulla rivista American Journal of Psychiatry ha per esempio dimostrato che le persone affette da ipoacusia hanno un rischio elevato di fragilità sociale, tendono a isolarsi e ridurre le relazioni sociali.

Se la diminuzione della capacità uditiva non viene affrontata, con il passare del tempo, può ripercuotersi in modo negativo anche sulle funzioni cognitive, come l’attenzione e la memoria, nelle attività quotidiane

Oltre a rappresentare un limite al miglior godimento della quotidianità, non sentire bene costituisce anche un pericolo, perché aumenta il rischio di cadute accidentali e di infortuni sul lavoro, in casa, durante le attività all’aperto. Come dimostrato da una ricerca della John Hopkins Bloomberg School of Public Health, questo vale anche per chi ha un lieve calo di udito, già sufficiente a triplicare il rischio di incidenti domestici ed a causare una perdita del sistema di vigilanza e di allarme, necessario, per esempio, a segnalare l’arrivo di un’auto mentre si passeggia a piedi.

Di contro, un udito in salute permette di mantenere uno stile di vita attivo e dinamico, facilita la gestione degli impegni quotidiani, stimola l’attenzione e la vivacità intellettiva, salvaguarda importanti aspetti quali indipendenza, autonomia e inclusione sociale. «L’impiego quotidiano di un apparecchio acustico, anche per brevi periodi, induce miglioramenti nelle capacità cognitive spiega il professor Ettore Cassandro, otorinolaringoiatra dell’università di Salerno. «In due nostri studi recenti, pubblicati su Brain Connectivity e su Scientific Reports, abbiamo dimostrato l’esistenza di una relazione tra l’uso continuo di un apparecchio acustico e le capacità cognitive: indossare gli apparecchi acustici per sei mesi migliora prestazioni cognitive, inclusa la memoria» suggerendo la possibilità che nel lungo termine questa attività possa contrastare l’insorgenza di declino cognitivo.

Prevenzione e Controllo dell’Udito: Sentire bene vuol dire vivere meglio

Prendersi cura dell’udito significa preservare la qualità della vita, in tutte le situazioni, e porre rimedio al calo dell’udito sin dai primi segni può evitare le conseguenze più negative. La prevenzione uditiva e il controllo dell’udito sono due azioni normali da fare, come qualunque altro controllo della salute, per esempio, quello della vista o del sorriso.

L’ipoacusia si può controllare con visite periodiche ed eventualmente intervenire con una soluzione acustica idonea. Il primo passo per affrontare al meglio il calo uditivo è riconoscere serenamente la difficoltà nel capire le parole e nel percepire i suoni. In secondo luogo, è bene sottoporsi ad una visita specialistica per la valutazione delle capacità uditive e rilevare l’eventuale presenza dell’ipoacusia dai primi sintomi, stabilirne il grado e considerare la soluzione più adatta alla gestione del proprio caso e delle proprie esigenze individuali.

Grazie ad una maggiore sensibilità verso la prevenzione, oggi disponiamo, infatti, di molte opzioni per affrontare e gestire in modo efficace e minimamente invasivo il calo uditivo.

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